giovedì 20 marzo 2008

Lavezzi fa il fenomeno due gol per il San Paolo

Solo il primo gol di Lavezzi sradica dalla sua panchina il malinconico Reja. Gli restituisce i lampi d´ira delle serate ruggenti. L´allenatore ha dovuto gestire l´ennesimo mistero buffo: Sosa era uscito dal campo di allenamento l´altro giorno per un dolore muscolare o per un picco di depressione, ritrovandosi sconsolato tra le riserve? Sia il primo che il secondo gol sono firmati dal funambolo argentino e questo dovrebbe dire qualcosa al suscettibile suo connazionale.
Sono due gol realizzati a fior d´erba, da un Napoli che non è più quello di una volta, non è più quello di Sosa, la squadra dei lanci lunghi e dissennati nella speranza che trovasse la testa di bomber sempre generoso e con una grinta superiore alle sue risorse. Un Napoli che lancia lungo e alto verso buone stelle, il Napoli dell´improvvisazione, di una fede cieca che lo spingeva a credere in un prodigio. Buttala avanti, chissà.
Andava bene in C, persino in B, ora no. Reja ha convinto Sosa ad aspettare in panchina il momento opportuno. E Sosa ha capito. Il suo abbraccio con Calaiò al momento del cambio libera il Napoli da tanti sospetti e pettegolezzi che il silenzio stampa imposto ai giocatori non consente purtroppo di dissolvere.

Il Napoli ammirato nel primo tempo rivela geometrie sudamericane, ragionate, moderne: palla sempre bassa. Un gioco che richiede sia tecnica che mobilità. È in questo tipo di calcio che si ritrova Hamsik, ma anche Calaiò, audace e attivo fino a commettere falli. È in queste trame che diventa utile Mannini, come dimostra l´assist del primo gol.

Si rivede finalmente il Napoli delle grandi serate, quelle che esaltano le sue aggressioni, caotiche e prepotenti, portate da uomini di fatica e di avventura come Gargano, Blasi, Savini. La sostituzione di Prandelli centra il problema. Liverani, vertice basso del rombo, si è fatto travolgere con tutti il suo reparto.

Un rombo compresso, allungato, stravolto dalla continuità di ritmo del Napoli. Lasciando Mutu e lo svagato Osvaldo soli con il loro estro. Una tensione che crea nel centrocampo fiorentino un corto circuito. Prandelli scommette quindi su Papa Waigo, rinunciando alla direzione ponderata di Liverani per uscire con le stravaganze del senegalese dal pressing del Napoli

pressing alto per oltre un´ora, poi il centrocampo ha concesso una decina di metri, si è raccolto in un assetto di maggiore prudenza, non per prudenza, solo per necessità. Una fase che ha offerto del Napoli conferme e qualche sorpresa.

Gargano e Blasi sono il collaudato doppio turbo, peccato che le ammonizioni (ieri l´ennesima) stiano frammentando la stagione del mediano italiano, ex fiorentino. Conferma anche la formidabile prova di Santacroce. Sorprende invece la migliore tenuta di Cannavaro e Domizzi. La discontinuità è segnale di immaturità. Ma questo Napoli acerbo ancora una volta è stato da applausi.
(Repubblica)

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